mercoledì 27 aprile 2011 4 commenti

Insultatemi!

L'insulto è la forma piu' comune e facilmente reperibile all'interno di una società di uomini per poter mettere in evidenza realtà scomode e/o difficili da accettare per colui che, in un modo o nell'altro, lo riceve. Nella maggiore (e oserei dire triste) parte dei casi, l'insulto stesso o la semplice critica risultano essere di gran lunga più sinceri del tanto futile quanto disinteressato complimento volto semplicemente ad abbindolare l'amicizia dell'ascoltatore che abbiamo di fronte. L'insulto, inoltre, è anche un ottimo modo per tenere a freno i propri istinti (evitando di rispondere a tono) così da migliorare le proprie capacità di autocontrollo e di rispetto nei confronti di quel prossimo che, in fondo, non si cura minimamente della nostra sensibilità.
Nessun commento verrà moderato (come sempre); non sottoporrò le vostre insinuazioni nei miei confronti all'irrispettoso limite della censura. Il post che mi sto tanto prodigando di allestire, pur essendo apparentemente stupido e privo di senso, porta avanti le importanti e preziose LIBERTA' DI PAROLA E DI PENSIERO CHE POSSONO ESSERE ESPRESSE ANCHE MEDIANTE L'OFFESA (saremo pur liberi di pensare che Tizio è uno Stronzo secondo la sincera, seppur soggettiva, idea che ci siamo fatti di lui?).

A voi i commenti dunque, anche in forma anonima... :)


sabato 23 aprile 2011 2 commenti

INFERNO - CANTO XXXVI

TEMPO: 23 aprile 2011

LUOGO: Inferno. Girone degli scommettitori. In un luogo vagamente simile ad un casinò, giocatori incalliti tentano in eterno la fortuna cercando di indovinare i numeri fortunati che impazzano all'interno del pallottoliere. Invano aspettano quegli stessi numeri che mai saranno sorteggiati e che, di conseguenza, non decreteranno vincitori.


COLPA: Abuso di dea bendata.

PENA: Contrappasso per analogia. Come in vita restarono fortemente legati all'ansia di poter vincere denaro semplicemente giocando, adesso in eterno la tensione e la smania di vittoria corroderà il loro senno.


Stolto mi feci per lo gran coraggio
e seguitai oltre d'incerto passo,
ma da lo fato non trassi vantaggio.


A lo varco di picche è lo grand'asso,
mentre sott'i piè tasto verde manto
guardo con disio lo sfarzo smargiasso.


«Ond'io capitai maestro quasi santo?»
chiesi ignaro d'esto novo luogo
in eco con lo rumor d'un pianto.


«De lo scommettitore è lo sfogo»
rispuosemi lo grande protettore,
«in eterno l'ansia sarà lor giogo».


Invano aspettavan lo vincitore
d'un'estrazione che sanza una fine
il lor senno tartassa da ore.


Palle da numer segnate son spine
che a la terra recaron malanni
fonti di un vizio sanza confine


ma in vita son fessi a tal danni.


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Ti sei forse perso il CANTO XXXV?
Eccolo: http://sturamente.blogspot.com/2011/02/inferno-canto-xxxiv.html
martedì 12 aprile 2011 5 commenti

Per la serie "L'ho visto...!!!" - Into the wild

La settima arte: il cinema. Come non prenderlo in considerazione?  Pur passando dalla "lanterna magica" alla pellicola, l'intento nobile di un così importante mezzo di diffusione d'idee ha portato alla rivalsa la capacità dell'uomo di saper sognare, di dare un'immagine alla propria fantasia, sia che essa voglia incutere timore o semplicemente far divertire l'osservatore. Vecchia quanto la vita è la necessità di doversi e di dover "mostrare", "rappresentare", "condividere". E allora ce n'è per tutti i gusti, una lista lunga quanto le facce e le maschere dell'uomo stesso.
Quanti di noi hanno la fortuna di usufruire di una così comoda "uscita d'emergenza" dalla realtà. Grazie a MaoBudDhio ne usufruisco anch'io ed è proprio per questo motivo che ho deciso di condividere le mie esperienze visivo-cinematografiche con voi dando il via alla serie "L'ho visto...!!" (con due, tre o quattro punti esclamativi, dipende da quanti me ne escono dalla tastiera). Prenderò come esempi di riferimento, attraverso i quali filtrerò la mia esperienza visiva, i due capisaldi della critica: FILMAMMACHEMMERDA e FILMASSOLUTAMENTEDAVEDERE.
Dati i miei tanti mezzi termini e le mie troppe sfumature caratteriali nell'affrontare qualsiasi aspetto della vita quotidiana, stavolta tratterò l'argomento con decisione passando da un estremo all'altro, senza "se" e senza "ma".

Parto subito con il primo capitolo della nostra serie d'appuntamenti proponendovi  (così, per addolcire l'esperienza ancora prematura) un "filmassolutamentedavedere". Eccolo:



"Into the wild - Nelle terre selvagge" è stato tratto dall'omonimo romanzo di Jon Krakauer in cui viene raccontata la storia vera di Christopher McCandless alias "Alexander Supertramp". Alex è un ragazzo di buona famiglia, con la testa sulle spalle, intelligente e abile in qualsiasi tipo di sport. Una vita pressoché perfetta, ma segnata dalla più grande malattia esistenziale che un uomo possa mai sopportare: la continua ricerca di se stesso. Le formalità, le falsità, le ipocrisie di un mondo che sta stretto al povero Alex lo renderanno insoddisfatto e affamato di libertà. Ecco che, dopo essersi laureato, Alex pianta tutto. Pianta capre, cavoli, famiglia, sorella, amici, parenti, auto e denaro per viverSI la SUA vita. Dona i risparmi (circa $24.000) in beneficenza e scappa via senza alcuna meta, senza sapere dove lo porterà il suo istinto, alla pura e semplice ricerca del suo reale ESSERE. Incontrerà molte persone durante il suo cammino, persone che lo porranno sempre di fronte a nuovi, imprevedibili ma sempre affascinanti risvolti esistenziali. Comporrà, mattone dopo mattone, esperienza dopo esperienza, il senso vero del suo spirito fatto di una libertà che riesce a dissetarsi solamente rimanendo a contatto con la sincera ed incontaminata natura. Il termine ultimo del suo cammino spirituale è l'Alaska, terra insidiosa e selvaggia, ma ennesima espressione di una felicità che non può essere ricercata nel conformismo e nell'abitudine della noiosa quotidianità. Ed è l'Alaska stessa che rappresenterà per lui la dimora definitiva della sua così grande anima...

"Mollo tutto e vado". "Andrei su un'isola deserta guarda..." Quanti miliardi di volte l'abbiamo ripetuto? Quanti milioni di volte ci siamo sentiti stretti in un mondo soffocato da un involucro che tiene le nostre libertà come avvolte da un cellophane? Eppure ce ne stiamo qui, tra gli affetti e gli amori delle persone che ci vogliono bene a consolarci, a renderci un po' piu' dolce un'esistenza che in fondo per comodità non abbandoneremo mai. Ebbene, Alex Supertramp l'ha fatto. Si è vissuto ed ha vissuto. Quanti sarebbero capaci di farlo? Nessuno. Perchè in fondo il nostro lettino, il nostro tetto, il nostro cibo, il nostro capitalismo, il nostro conformismo ci fa sentire parte di un tutto che tutti noi accettiamo, rischiando, a volte, di dimenticarci di vivere.
Guardatelo, cari lettori, guardatelo, riflettete e poi mi direte.... Alla prossima!

Non mi servono i soldi, rendono le persone prudenti. Parafrasando quello che dice Thoreau: non l'amore, non i soldi, non la fede, non la fama, non la giustizia, datemi la verità! (C. J. McCandless)
sabato 2 aprile 2011 6 commenti

La classe...

Scuola elementare "Montecitorio". Classe 3°A.
In fondo era una classettina qualsiasi. Ben disposta, ben organizzata. Ognuno con il proprio compagnetto di banco. Le giornate trascorrevano beatamente tra una lezione e l'altra mentre le marachelle dei fanciulli, si sa come sono i ragazzi, alleggerivano la tensione scolastica di tanto in tanto.
31 Marzo 2011. Il maestro Fini entrò in aula per tenere la sua consueta ma noiosissima lezione di diritto:
"Buongiorno ragazzi" disse il maestro Fini.
"Buongiorno Professsore" risposero cordialmente i ragazzi.
"Dunque" riprese "iniziamo con l'appello: Alfano Angelino"
"Presente!" rispose il piccolo Alfano. Alfano Angelino era il primo della classe. Suo fedelissimo compagnetto di banco era Berlusconi Silvio. I due erano grandi amici; sempre pronti a difendersi l'un l'altro, a spada tratta affrontavano gli avversari e le ingiustizie dei compagnetti del fronte opposto. C'è da dire che il piccolo Angelino, abile stratega e conoscitore dell'intero corpo di regole della scuola, aveva non poche volte tirato fuori dai guai il furfantello Berlusconi che in campo di marachelle era decisamente esperto.
"Berlusconi Silvio"
"Presente!" rispose il delinquentino. Berlusconi era, per qualche oscuro motivo, eletto sempre capoclasse. Di Pietro, segugio indagatore, lo accusava di comprarsi i voti durante le elezioni tramite traffico illegale di merendine. Berlusconi, sempre pronto a negare, non temeva nessuno. Di buona famiglia, oltre alle merendine aveva amici potenti all'interno dell'istituto che avrebbero potuto garantigli il posto di capoclasse fino al 5° anno. Era un gran marpione e girava voce che la bidella, maggiorenne e per questo motivo indagata per pedofilia, avesse avuto rapporti sessuali con lui in cambio di denaro offertole dallo stesso Berlusconi.
"Bossi Umberto" continuò il maestro Fini
"Assente" rispose Angelino "ha picchiato un Tunisino da poco trasferitosi qui da noi ed è stato sospeso".
"Bersani Pier Luigi" 
"Presente!" rispose il piccolo Bersani. Compagno di banco di Vendola era un fanciullotto di sani princìpi. Sempre ordinato, attento durante le lezioni e amico di tutti (o quasi). Aveva un solo difetto: era l'acerrimo nemico del piccolo Berlusconi.
"Bindi Rosy"
"Presente!" rispose prontamente Rosina. Simpatica pure lei. Simpatica, non bella. Purtroppo, nonostante lo spessore intellettuale si notasse già in tenera età, non se la filava nessuno.
"Brunetta Renato"
"Presente!" rispose lo gnomico Brunetta. Renatino stava seduto su un seggiolone di fronte a Berlusconi. Era alto circa 20cm e quando era ora della ricreazione lo mettevano sul girello perchè non riusciva ancora a camminare. Tra l'altro c'era il rischio che gli altri bambini, correndo, non lo vedessero e lo schiacciassero per terra spalmandolo come uno scarafaggio.
"Carfagna Mara"
"Presente!" rispose la già prosperosa bambina. Tutti sapevano che la sua carriera sarebbe stata positivamente influenzata dal suo decolletè.
"Casini Pier Ferdinando"
"Presente!". Eccolo. Il solitario. Amico di tutti e di nessuno. Frequentava sempre i bambini sbagliati e in tanti l'avevano visto con il famelico bulletto della scuola Totò Cuffaro.
"D'Alema Massimo"
"Presente!" disse prontamente Massimino. A lui spuntarono prima i baffi e poi i denti da latte.
"De Magistris Luigi"
"Presente!"
"Di Pietro Antonio"
"Presende!"
"Di Pietro" intimò Fini "Di Pietro, quante volte devo dirti che si pronuncia presenTe con la T e non con la D. Mi sbagli i congiuntivi, mi fai casino con le consonanti, eh Santa Madre lasciamela in pace sta grammatica!"
"Scusi maè" rispose Antonino. Matacchione. Andava male in italiano ma quando si trattava di far rispettare le regole erano batoste per tutti, Silvio compreso.
"Bonino Emma"
"Presente!"
"Finocchiaro Anna"
"Presente!" urlò la fedele compagnetta di banco della Rosy.
"Gasparri Maurizio!"
"Preshendhe" cercò di dire lo strabico Maurizio sputando qua e la'. Compagno di banco del nasuto pizzuto cazzuto La Russa, Gasparri era infallibile durante i compiti in classe. I suoi occhi strabici gli permettevano di guardare contemporaneamente il proprio e l'altrui test per una FOTOCOPIATURA del compito immediata e impeccabile. Il lavoro sporco (controllare le risposte sui libri) lo faceva il suo fedele compagno di banco cazzuto nasuto pizzuto La Russa.
"Minetti Nicole"
"Presente!"
"Pannella Marco"...."Pannella Marco"...."PANNELLA MARCO!"
"Si?"
"Marco!" s'indigno' Fini "ma che cos'hai fra le mani?"
"Niente maestro" rispose il piccolo Marco affaccendato "la merenda"
"Da quando mangi cicoria essiccata durante la ricreazione?" gli chiese il maestro.
"Sono rimedi naturali contro....contro....il mal di stomaco" si giustificò imbarazzato Marco cercando di nascondere accendino e cartine.
"Mah...Andiamo avanti....Prodi Romano"
"Presente" annuì l'ex capoclasse. Il padre aveva una salumeria in paese e i bambini dell'istituto lo chiamavano "mortadella" perchè odorava di insaccati.
"Rutelli Francesco"
"Presente!"
"Santanchè Daniela"
"Presente" rispose facendo vedere una tetta. Esibizionista.
"Veltroni Walter"
"Presente"
"Vendola Nicola"
"Presssssssssssssssssssssssssssssssssssssssente" balbettò Nichi.  Il piccolo Vendola non stava attraversando un buon periodo. Andava a scuola sempre in bici. Un bel giorno La Russa e Gasparri, gran burloni, gli allentarono i bulloni del sellino. Il povero Nicola, non appena salì deciso sul suo fedele mezzo di trasporto, staccò definitivamente la debole presa della sella e sentì uno strano brivido corrergli lungo la schiena. Da quel giorno molte cose sessualmente parlando cambiarono per lui.
"Bene" disse Fini "iniziamo la lezione..."
TOC TOC. Improvvisamente entrò il bidello interrompendo in maniera brusca il discorso del maestro. Accompagnato da un piccolo fanciulletto basso, tarchiato e dal sorrisino malefico, il vecchio collaboratore scolastico disse:
"Mi scusi maestro Fini. Abbiamo un nuovo alunno. Si chiama Scilipoti Domenico"
"Ah. Prego prego, siediti pure li', vicino a Berlusconi ed Alfano. Benvenuto." Accolto il nuovo fanciullo il bidello andò via e la lezione riprese.
"Dunque" ricominciò Fini "oggi parleremo del reato di concussione..."
"E che palle" rispose Silvio.
"Ma come di permetti?" urlò adirato il maestro Fini "guarda che ti mando subito dal preside Napolitano eh!"
"BRAVO, BRAVO!" abbaiò La Russa contro il maestro "SEMPRE CO' BERLUSCONI CE L'HA LEI. PERCHE' NON MANDA DI PIETRO DAL PRESIDE?"
"GIUSTO!" s'inserì improvvisamente Alfano
"Ma sta zitto te, leccaculo!" lo apostrofò aspramente Di Pietro e subito dopo aver detto testuali parole il piccolo Angelino prese il diario e glielo tirò contro beccandolo in fronte.
"Ahi ahi, strunz', cornut, disgraziet'..." e così via partì il Rosario...
"SILENZIO!!!!" strillò come na casalinga disperata il maestro Fini. Non ebbe il tempo di finir di parlare che dal lato opposto della classe volò un "PORCO BOIA" dai primi banchi. E Pannella rollava cannoni, Prodi magnava mortadella, La Russa scalciava, Bocchino limonava con la Carfagna e Vendola ci provava con Bersani... E in poco tempo fu il caos. Napolitano, preside dell'istituto, aveva sentito tutto, ma dato che stava attraversando l'età dell'inerzia e non voleva problemi, fece orecchio da mercante. Fini, rassegnato, abbandonò l'aula e li lasciò scannare in santa pace. Triste, ma complice pure lui. Era proprio una bella classe....

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