lunedì 21 marzo 2016 0 commenti

Dal tasso di ignoranza all'obesità - Resoconto sul nostro stato di benessere psico-fisico

Essendo per lavoro a stretto contatto con il mondo dello sport e avendo a che fare con il pubblico per conseguenza diretta, ho notato alcune rilevanti differenze fra le varie etnie nel modo di avvicinarsi allo sforzo fisico per il mantenimento degli standard di salute propri dell'individuo.
Ho raccolto alcune informazioni in merito considerando i vari aspetti in relazione al Q.I. (quoziente di intelligenza), fattore determinante per lo sviluppo del pieno grado di coscienza della persona, a prescindere dall'ambito di azione in cui esso si manifesta. Premetto che non voglio dimostrare nulla, ho solo ricercato la più banale relazione fra fattori che magari non hanno legame alcuno.

Partiamo dunque dallo sviluppo dell'intelligenza. Purtroppo per noi, uno studio del 2014 pubblicato da "Ipsos Mori" ci colloca in cima alla lista fra i Paesi più ignoranti del globo. 


Ipsos MORI Perils of Perception: Index of Ignorance

Tale indice è stato stilato facendo alcune domande ai partecipanti in merito ad alcuni problemi della società attuale quali immigrazione, religione, disoccupazione, tasso di mortalità, ecc. Sulla base dei dati raccolti, i Paesi più "ignoranti" hanno una percezione distorta della realtà che fonda le proprie basi su un allarmante grado di disinformazione.
Alla domanda, ad esempio, sul tasso di immigrazione ("In percentuale, quanti immigrati credi che ci siano nel tuo Paese?") noi italiani abbiamo risposto dichiarando in proporzione "più del 30%", quando invece i dati reali attestano una percentuale ben più bassa (7%). Colpa dei media?


Dopo aver appurato che secondo lo studio il nostro livello di ignoranza può vantarsi elevato, vorrei considerare un così allarmante grado di incoscienza nell'ottica del raggiungimento del proprio stato di benessere. Se il quoziente d'intelligenza o di scolarizzazione limita lo sviluppo dell'individuo, può esso avere ripercussioni negative sul grado di miglioramento delle proprie capacità fisiche?

In associazione a quanto detto, relazionando le nostre evidenze con il tema dell'attività fisica, uno studio del 2013 condotto da Eurobarometer su commissione dell'Unione Europea per lo "sviluppo e la diffusione dello sport" ha riportato i seguenti dati (il documento è sterminato, vi invito a visionarlo con calma).



Alla domanda "quanto spesso pratichi sport o attività fisica?" il 60% degli italiani ha risposto "mai", attestandosi al quarto posto come Paese più pigro d'Europa insieme alla Romania. Altri dati di natura simile sono stati riportati dallo studio, riconfermando la nostra mancanza di buona volontà nell'impegno sportivo.

Nel dettaglio adesso, vorrei riportare qualche studio ISTAT sui risultati che ha prodotto la sedentarietà, ovvero sovrappeso e obesità.

In soldoni, possiamo ritenerci fortunati rispetto al trend europeo (dato che non siamo decisamente i più grassi d'Europa), ma è importante sottolineare come il grado di persone sovrappeso nel nostro Paese sia in crescita, ma quel che è più importante (rispetto alla nascita della nostra discussione) è che il livello di scolarizzazione media influisce sullo stato di benessere personale.
Oltre questo, il Sud vanta un lieve, seppur maggiore, livello di persone obese rispetto al Nord Italia.

In merito a ciò, allego un altro studio, stavolta del CONI (2014), su "Lo sport in Italia - Numeri e contesto".


Anche qui, è evidente come la sedentarietà sia prevalente nel Sud Italia rispetto al Nord Italia (il Trentino risulta essere la regione con il maggior numero di "atleti" del Paese).
E ancora, l'Istituto Nazionale di Statistica riporta quanto segue:

I “sedentari”, ovvero coloro che dichiarano di non praticare uno sport né un’attività fisica, sono 21
milioni e 400 mila, pari al 38,4% della popolazione.
Le quote maggiori di sedentari si riscontrano tra le donne (il 43,5% contro il 33% degli uomini), tra i
piccolissimi (il 50,5% dei bambini di 3-5 anni) e tra le persone più anziane (si dichiara sedentaria il
51,9% della popolazione di 65-74 anni e il 72,8% della popolazione con 75 anni e più).
I sedentari prevalgono nel Mezzogiorno, dove oltre il 50% della popolazione non pratica né sport né
attività fisica (il 50,1% nel Sud e il 54,1% nelle Isole). Nelle altre ripartizioni geografiche, invece, la
quota di sedentari varia tra il 36,9% del Centro e il 24,8% del Nord-est.
Negli ultimi 5 anni la quota di sedentari è aumentata tra gli uomini (dal 30,9% al 33%) ed è invece
diminuita leggermente tra le donne (dal 44,2% al 43,5%). Con riferimento all’età la quota di sedentari è aumentata tra i 18-54enni, mentre è diminuita tra bambini e ragazzi e tra le persone con più di 54 anni.

Riportando ancora i dati sull'obesità, vi invito a osservare con attenzione la mappa regionale.


Dove saranno mai collocate le persone più grasse d'Italia? 


E dove saranno mai i bambini più grassi d'Italia?

Se c'è relazione o meno fra i dati riportati in merito a Q.I., tasso di ignoranza, scarsa propensione allo sport, sovrappeso e obesità, questo in fondo non lo evidenzieremo forse mai. Tuttavia l'evidenza dei dati riportati, forse, dovrebbe farci riflettere sulle scelte che giornalmente operiamo, in relazione al nostro stato di benessere e a quello dei nostri cari.

 
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